Data: 15-06-2011
Emilia Sarogni a PPT
Un lunghissimo applauso per il Risorgimento
150 anni dall’Unità d’Italia: a parlarne al pubblico del festival Passepartout è Emilia Sarogni intervistata da Valerio Zanone.
Laureata in Giurisprudenza nel 1960 e in Scienze Politiche nel 1962, consegue il Certificato di Alti Studi Europei presso il Collegio d'Europa di Bruges nel 1963-64. Prima donna a ricoprire la carica di direttore del Senato della Repubblica, è Grande Ufficiale della Repubblica Italiana ed è stata consigliere parlamentare dal 1976. Lasciato il Senato, svolge le sue attività in Italia e all'estero, su temi relativi all'Unione Europea e alla storia della donna italiana. Linea guida dell’incontro è il suo ultimo romanzo IL CONTRABBANDO DELLA VITA. Passioni e politica nell’Italia del Risorgimento ( Daniela Piazza Editore).
Emilia Sarogni parla in piedi, tutto il tempo, è coinvolgente, trasmette una profonda passione, ha il magnetismo dei grandi comunicatori.
Presenta la nazione italiana come nata da un miracolo del destino: possibile perché il destino ha voluto che vivessero nello stesso periodo storico: Cavour, Mazzini e Garibaldi. Non si potevano piacere. Avevano idee spesso divergenti, ma coprivano le tre grandi istanze politiche presenti nel Paese. Cavour il pensiero liberale e moderato; Mazzini la democrazia avanzata; Garibaldi le speranze di riscatto sociale. Cavour rappresentava il ceto abbiente e riformatore, Mazzini la parte più generosa degli intellettuali, Garibaldi i giovani avventurosi e le masse popolari. Cavour ha usato la politica e la diplomazia, Mazzini il richiamo dell’ideale e lo spirito rivoluzionario, Garibaldi il genio militare e il coraggio guerriero.
Sulle donne, tema della kermesse culturale astigiana, racconta come siano state le ispiratrici, le consolatrici, le compagne degli uomini del Risorgimento, che ebbe inizio quando Napoleone varcò le Alpi, nel 1796, facendo esplodere latenti volontà rivoluzionarie. Cita figure di rilievo: Eleonora Fonseca Pimentel, Cristina Trivulzio, principessa di Belgioioso, Antonietta de Pace….
Il massimo del coinvolgimento della relatrice è per la figura storica importante ma poco conosciuta di Salvatore Morelli, patriota mazziniano, scrittore, giornalista e politico, fortemente impegnato nella battaglia per i diritti delle donne in Italia e nel mondo. Anticipatore, il suo lavoro La donna e la scienza o la soluzione del problema sociale, volta a chiedere l’emancipazione femminile venne pubblicato otto anni prima di John Stuart Mill. Fu deputato per quattro legislature, dal 1867 al 1880, quando non esisteva l’indennità parlamentare, introdotta da Giolitti nel 1907. Nel 1867 presentò, primo in Europa, un progetto di legge per la parità della donna con l’uomo, forte risposta al Codice Civile italiano del 1865, che sottometteva la donna all’autorizzazione maritale, facendone una minorenne a vita e precludendole il diritto di voto. Negli anni 1874-1875 propose un nuovo Diritto di Famiglia, che prevedeva l’eguaglianza dei coniugi nel matrimonio, il doppio cognome, i diritti anche dei figli illegittimi, il divorzio. Nel 1877 il Parlamento italiano approvò, con larga maggioranza, la legge Morelli, per riconoscere alle donne il diritto di essere testimoni negli Atti del Codice Civile, come i testamenti. Si trattò di un importante progresso, per i risvolti economici e perché costituiva il primo passo verso la capacità giuridica delle donne. Propose un’istruzione moderna, gratuita e obbligatoria per tutti, tutelò i deboli, costruì ferrovie e scuole, promosse il risanamento di zone paludose della Campania, fu federalista e suggerì una sorta di Nazioni Unite per dirimere i contrasti tra le Nazioni. Nel 1880 morì in miseria in una piccola pensione di Pozzuoli.
Il pubblico le riserva l’applauso più lungo risuonato per un protagonista del festival fino ad ora.