Nella cappella del Michelerio si è esibito ieri sera Mariano Deidda
che con il suo ultimo lavoro porta in musica la poesia di Fernando
Pessoa. Il cantautore sardo ha suscitato anche ieri l'entusiasmo che
il progetto sta raccogliendo in tutti i teatri italiani. Accompagnato
da pianoforte, violoncello, fisarmonica e sax, Deidda si è occupato di
preparare un posto per le parole del suo poeta più amato. "Ho scoperto
Pessoa quando avevo vent'anni, in un momento di forte inquietudine. Mi
è entrato dentro rispecchiandomi". Il posto è sicuro, come una stanza
allestita per un ospite caro al cuore, ed è fatto dei suoni della
memoria, della nostalgia, degli errori, delle cose capite nel tempo,
da soli o insieme a un grande amico. Quello che Fernando Pessoa è
stato ed è per Mariano Deidda, il musicista lo racconta in oltre
un'ora e mezza di vera e propria conversazione tra musica e parole, un
dialogo dolcissimo e appassionato con il poeta "che amo portare alla
gente e ai giovani soprattutto". Il cantautore dimostra di sapere
edificare mondi assoluti conservando la capacità di trascinarci chi lo
ascolta, com'è dei grandi artisti. Celebrando Fernando, sé stesso e la
storia interiore di una personale ricerca di bellezza. Ma è nella
bellezza inedita che ne scaturisce che ci è dato di riconoscerci
tutti, perché la bellezza vera è universale. Sarà per questo che le
lacrime spuntano senza troppa timidezza su più di un volto. Sarà anche
perché i quattro musicisti hanno resituito tutto questo con poesia e
bravura. Sarà grazie all'alta qualità del service fonico e delle luci.
L'ultimo applauso è il più sentito: "L'uomo ha bisogno di raggiungere
alte vette tecnologiche", dice Mariano. "Ma un libro, di carta,
resterà sempre al suo fianco". Sospirando, ce lo auguriamo tutti.
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