Andrea De Carlo ha scelto da un po' di tempo a questa parte di condividere coi suoi lettori una dimensione rimasta a lungo puramente privata. Si tratta della musica, che lo scrittore Milanese si porta dietro da sempre, come la colonna sonora dei suoi libri. Il fortunato autore di Due di Due, Uto e Macno si presenta in giro per l'italia accompagnato da una chitarra e dal percussionista indiano di nome Arup Kanti Das, che porta con sé l'esperieza musicale millenaria della sua civiltà. Un'esperienza estremamente complessa che non ha mai dimenticato la sua componente istintiva, come De Carlo ci tiene a sottolineare. Un modo raffinato per dire che il concerto sarà, in buona sostanza, improvvisazione. Così si siede su una seggiola e suona trascinato nel dialogo di suoni che è facile instaurare "con un amico come Arup". "Ci conosciamo da tempo", dice De Carlo in una delle lunghe pause tra un brano e l'altro. "Suonare con un amico permette di fluttuare in una dimensione di spirito intensa, che è difficile trovare suonando con qualcuno ingaggiato per l'occasione". Con la naiveté che gli appartiene e che rende amabile e leggero il suo parlare, De Carlo intrattiene il pubblico di Passpartout che per oltre un'ora e mezza riempie il palco di bigliettini con domande anonime. Lo scrittore risponde a tutto. Si parla delle alchimie che legano musica e parole, di scrittura, cinema, passioni ed emozioni senza tempo.
L'amore per i colori, i ricordi dell'infanzia. E ancora musica. Brani
scritti dallo stesso De Carlo e abbandonate alle derive spirituali,
come succedeva negli anni '70 e come succede ancora oggi, nei parchi delle città, nelle serate in casa tra amici, ovunque ci si trovi con una chitarra e uno jambè a immergersi nel dialogo frenetico e armonico dell'istinto sonoro, in cavalcanti ritmi tribali o placide ballate on the road. Al di là della tecnica e della bravura. L'atmosfera pacata del festival letterario astigiano Passpartout, nella splendida cornice di Palazzo Michelerio, impreziosita dalle sculture di Ovidio Piras, ha offerto lo scenario adatto per un momento di musica e letteratura probabilmente non indimenticabile, ma dal sapore sincero di un piacere senza pretese. Come serata d'apertura, Passpartout non può lamentarsi.
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