Tra le 14,30 e le 16,30 in Biblioteca prima lezione del Laboratorio di Giornalismo curato da Marianna
Natale e realizzato con la partecipazione dei direttori delle testate astigiane: Fulvio Lavina, don Vittorio Croce, Flavio Duretto e Paolo Monticone; la lezione introduttiva vedrà un intervento del direttore scientifico di Passepartout, Alberto
Sinigaglia.
Breve intermezzo sui titoli azionari nella lettura espressiva dell'attrice Simona Cordino
Con Paolo
Bussa e
Luciano Ratti.
Bertolt Brecht morì cinquantatre anni fa, il 14 agosto del 1956.
Fu esule e andò cambiando più spesso paese che scarpe, portando sempre con sé un mattone per mostrare al mondo com’era stata un giorno la sua casa.
Conobbe il terrore e la miseria del terzo Reich e guardò la Germania, pallida madre, sedere insozzata tra i popoli. Vide la falsità della storia e capì che la menzogna si scrive col sangue, mentre per la verità basta l’inchiostro.
L’unica usurpazione che concepiva era quella della dolce violenza che la ragione usa agli uomini.
Lasciò il suo canto, dove una rima sarebbe sembrato un atto protervo. Ecco allora uno dei suoi canti. A distanza di cinquant’anni nulla è cambiato. Ci sono ancora città in rovina, delle quali resta solo il vento che le attraversa.
Nelle guerre i primi a morire sono ancora i bambini, gente di domani che chiedeva un “oggi”.
Oggi come allora esistono ragazzi che scappano dal loro paese devastato dalla guerra in cerca di una terra dove vivere in pace.
1929: L’anno in cui comincia la crisi.
L’anno in cui viene rappresentata per la prima volta “L’Opera da tre soldi”
Ma dove porterà la crisi del ’29?